martedì 26 maggio 2015

25 ANNI DI STADI VASCO IL PIÙ GRANDE PERFORMER ITALIANO DI SEMPRE

La prima volta accade nel 1989. È il tour di Liberi... Liberi. Ma sono stadi piccoli, arene all’aperto che non superano la capienza dei palazzetti in cui si esibisce già da molti anni. Un assaggio di quello che accadrà solo un anno dopo, quando Vasco varcherà le soglie di quelle che sarebbero diventate le sue seconde case, salendo sui palchi da cui non sarebbe più sceso se non per veloci scappatelle. 1990: il primo San Siro, il primo Olimpico. Ne seguiranno decine e decine, una residency negli stadi di tutta Italia che dura da 25 anni e macina numeri record, che nessuno sente il bisogno di ricordare perché il Blasco è un fuoriclasse fuori concorso, fuori portata, fuori dagli schemi, persino fuori da ogni logica commerciale. Nessuno in Italia ha mai fatto meglio di lui e nemmeno come lui. E se qualcuno ci ha provato, aveva lui come modello, come riferimento. Quando si parla di concerti negli stadi (e non solo), in Italia è Vasco quello con cui fare i conti.
Tra gli eventi da ricordare in questi 25 anni di mega eventi live c’è il primo concerto a Imola, nel 1998. 130.000 persone radunate all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, tra il parcheggio e la “mitica Rivazza”. Non uno stadio, ma un’area immensa in cui si raduna la gente che sarebbe stata in due stadi. Un evento fortemente voluto perchè la voglia di superare i propri limiti è sempre stata una priorità per Vasco. Andare oltre, sempre, come gli hanno insegnato i suoi grandi maestri, i Rolling Stones. Quegli stessi a cui ebbe il coraggio di dire no, quando gli chiesero di aprire un loro show. «In Italia il rock sono io» disse. E come dargli torto. Prima e dopo Imola, stadi sold out e ancora stadi sold out. Una “costanza di rendimento” ineguagliabile che gli ha permesso di trascendere il ruolo di cantante, cantautore o, come ama definirsi lui, provoca(u)tore, per divenire qualcosa che non è possibile definire.
Puoi avere qualcosa in comune con Vasco, puoi aver fatto qualche tour sold out negli stadi, aver scritto un libro e venduto un milione di copie con un album, ma non potrai mai avvicinarti al primo posto in classifica, perché lui quelle cose le fa da più tempo di chiunque altro. Senza cedimenti. Ci si è dovuto mettere un virus (nel 2011) perché ci fosse un qualche intoppo. Altrimenti il percorso del Blasco non ha conosciuto cedimenti di sorta: fin da quando le sue filastrocche rock hanno iniziato ad incantare qualche amico o quei disperati che si riconoscevano nelle sue parole, il seme delle sue storie di vita vissuta, di eccessi e di malinconia ha attecchito senza sosta, calamitando ad ogni concerto chi l’aveva già visto e chi ne sentiva parlare in continuazione, dai compagni di scuola dell’ultima fila o dagli amici in piazzetta, dal collega o dai genitori e, perché no, dai figli.
Un quarto di secolo di concerti negli stadi sono una cosa enorme. Così grande che persino l’attestato di unica e sola rockstar italiana, che proprio noi un anno fa ci eravamo prodigati a ribadire, gli va ormai stretta: Vasco è semplicemente il più grande performer della storia musicale di questo paese. Le 14 date di Live Kom 015, quattro mesi dopo il suo 63esimo compleanno, sono la buona occasione per celebrare il primato del Sig. Vasco Rossi da Zocca. Lo celebriamo con alcuni tra gli scatti più belli e rappresentativi di questi 25 anni e alcune delle sue parole più significative.

Le citazioni sono tratte dal libro La versione di Vasco (Chiarelettere, 2011)

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