giovedì 30 aprile 2015

Vasco: «Morirò rock and roll ma essere una rockstar è come un gioco»

«Morirò rock and roll ma dobbiamo tutti ricordarci che è un gioco. Se sei serio quando pensi di essere una rockstar allora è meglio che ti ricoverino». A ruota libera Vasco Rossi ai microfoni di Radio1 Rai, la rete diretta da Flavio Mucciante. «Voi che ascoltate le mie canzoni - avverte il rocker - ricordatevi cosa dicevano i Sex Pistols: questa è la grande truffa del rock and roll! Non fidatevi di me!».
Nella lunga intervista con Silvia Boschero in onda domani a “King Kong” dalle 14,40, Vasco racconta delle sue passioni musicali, della gavetta e dei suoi idoli rock: «I Rolling Stones sono sempre stati il mio punto di riferimento - spiega - la provocazione e lo sberleffo erano impersonificati da Mick Jagger e Keith Richards. Noi arrivavamo dai tempi dei cantautori in cui era tutto essenziale, invece io volevo giocare, fare la rockstar, come i Deep Purple, come la Pfm».
Poi ricorda gli anni in cui era impensabile per un artista italiano riempire gli stadi e fare a gara con le produzioni internazionali: «Gli stranieri arrivavano a suonare negli stadi e venivano trattati come degli dei, mentre io e gli altri italiani facevamo le balere e già suonare ad una festa de l’Unità era tanto».
In un panorama musicale che dà visibilità quasi esclusivamente ai protagonisti dei talent, Vasco sottolinea quanto invece sia stata importante per lui la gavetta: «Io ho studiato per diventare quello che sono, da ragazzi facevamo anche 250 concerti l’anno, nelle situazioni più difficili. Studiavo e osservavo i miei miti, Mick Jagger su tutti».
Nel corso degli anni l’artista - prossimo a ripartire con un nuovo tour - ha anche espresso ammirazione per musicisti più giovani, tra cui Thom Yorke, e pubblicato la cover di una sua celebre canzone. Esperienza che non è andata come sperava: «Non farò mai più nessuna cover - confessa ridendo - quella “Creep” dei Radiohead mi ha bloccato! Mandai il testo a Thom Yorke e lui accettò, ma nonostante questo i fan del gruppo mi massacrarono. E io che pensavo fosse una canzone di nicchia!».
Infine Vasco si lascia andare a riflessioni personali: «Sono pieno di manie ed ossessioni - ammette - per questo mi sono appassionato alla psicologia e ho iniziato a studiarla, volevo imparare a conoscere meglio me stesso». D’altra parte la vita di una rockstar non è sempre facile: «Vivo in un mondo abbastanza isolato, certo non basto a me stesso ma per fortuna ho degli amici di infanzia che vedo ogni tanto e pochi altri cari».

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