sabato 20 dicembre 2014

Vasco Rossi: il nuovo album “Sono innocente” e il coraggio di essere ancora Vasco. Sempre.

Il rock di Vasco torna alla ribalta con il nuovo album “Sono innoccente“, toccando tante sonorità che ci riportano al suo intero universo musicale e parole che proseguono il viaggio introspettivo iniziato qualche anno fa. E poi c’è la dolcezza e l’amore.

Il Blasco, quello della combriccola, c’è ancora e si presenta subito con le tracce rock, le chitarre pulite e graffianti di sempre, a partire dalla prima “Sono innocente ma…” stile “Gli spari sopra”, oppure in “Lo vedi“, “L’uomo più semplice” ed in “Duro incontro“.

Quest’ultima sembra narrare del difficile risveglio del rocker di Fegato Spappolato, di quando andava a letto la mattina presto e si svegliava con il mal di testa.
Il problema è che gli anni passano per lui come per noi e una vita spericolata pesa sulle spalle, e soprattutto sulla testa.
E dopo tanti anni quello che ti resta non è tanto “un gusto amaro che fa schifo” per quello che hai bevuto, ma un attacco di panico improvviso e la paura che se ne accorga la gente, la stessa che tanti anni fa gli urlava “drogato!“.

Il tempo che passa.

“Aspettami non vedi che ci sto provando” o “niente dura niente dura e questo lo sai, però non ti ci abitui mai, chissà perché?”.
Che si parli d’amore (“Aspettami“) o della vita come in “Dannate nuvole” in un atmosfera che ricorda “Gli angeli” o  che arrivi improvviso un assalto di ricordi ed emozioni, di brividi e amare delusioni, come in “Quante volte“, il tempo è qui a dirci che passa e che non “esiste niente, solo del fumo, niente di vero“.

vasco

Però quando parli d’amore…

Sei invecchiato, canti di vita e morte, di tempo che fugge e di ricordi e malinconia.

Ma quando parli d’amore sei un fanciullo, un giovane ed acerbo cavaliere che ti disarma con canzoni di una dolcezza improvvisa e al primo ascolto quasi imbarazzante.

Quando pensi all’altra metà del cielo, ci prendi per mano e disegni nell’aria melodie classiche e nuove, con tappeti di tastiere e assoli di chitarra che volano in alto, liberi a contrastare la tua voce inconfondibile e insicura.

“Come vorrei che fosse possibile cambiare il mondo che c’è, ma mi dimentico che dovrei vivere senza di te“, senza la dolcezza e l’amore, che ci accompagna in tutto ciò che facciamo, che viviamo, nei guai e nell’amarezza, nella gioia e nel destino. Perfino quando ci poniamo domande definitive, importanti, su ciò che siamo e quello che abbiamo vissuto.

“Si vive senza mai sapere come andrà domani“.

Tra il tempo che ti ha cambiato, la gente che giudica, la tua mente che vaga tra le paure e le insicurezze, una voce più roca e la certezza di aver vissuto tanti ricordi e rabbia da sfogare ancora, c’è la dolcezza di un innamorato, che scrive le canzoni in un sogno arpeggiato da una chitarra, un ritornello semplice, delle parole che scivolano via… così, come diresti tu, per regalarci ancora un album, suonato e cantato, perfetto e innocente, perché vero.

Come la vita, come il coraggio di affrontarla e di non nasconderci neanche di fronte a noi stessi o alla gente.

Come l’ amore e con il coraggio di affrontarlo e sentirlo e di non nasconderci soprattutto da noi stessi. Sempre.

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